Se la riscoperta dei ritmi etnici (da tutto il mondo) è indubbiamente uno dei temi più sviluppati nell’elettronica contemporanea, quello proposto in Maghreb United è un inedito mix tra un immaginario electro e sci-fi leggermente anacronistico (un insieme di riferimenti dai Kraftwerk ad Afrika Bambaata, visori alla Star Trek e drum-machine direttamente dalla Motor City) e la somma di differenti tradizioni musicali antiche, quasi ancestrali (dal räi algerino alla cerimoniale gnawa, eredità degli schiavi neri): nelle dieci tracce le voci dei vari cantanti chiamati a collaborare, gli strumenti tipici della regione e le spirali di groove create dalla Roland TR-808 diventano un’unica cosa, un meraviglioso sound capace di costruire ponti dove nessuno avrebbe mai immaginato.